E s’aprono i fiori notturni, nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi: là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala. Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s’esala l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala; brilla al primo piano: s’è spento . . .
È l’alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta, non so che felicità nuova.


(Giovanni Pascoli)

La lavorazione del terreno e la semina

La lavorazione del terreno è una pratica di fondamentale importanza per la buona riuscita di un giardino e ogni buon giardiniere lo sa che bisogna vangare periodicamente le aiuole, i bordi e i prati per ridare al suolo, diventato duro e compatto, quella struttura soffice, ricca di spazi vuoti che permette all'aria di circolare liberamente, alle radici di approfondirsi, all'acqua di scendere negli strati più profondi, senza ristagnare in superficie. Per quanto riguarda la semina non sembra difficile affidare al terreno qualche seme di violaciocche o belle di notte, e infatti tutti lo fanno normalmente senza preoccupazione. Tuttavia, anche in questa semplice operazione, si può andare incontro a qualche insuccesso, dovuto alle particolari esigenze di alcune specie. In questo post saranno date alcune nozioni fondamentali per ben concimare e seminare il vostro giardino e i vostri vasi.


Quando si lavora il terreno-
Di solito la lavorazione del terreno si fa alla fine dell'inverno. Però sarebbe meglio, per diversi motivi, farla in autunno, sempre che lo permetta l'organizzazione del giardino. Se, per esempio, avete delle aiuole che sono rimaste vuote dopo la scomparsa, ai primi geli, delle piante ospitate, approfittatene senz'altro e fate una bella vangatura profonda, subito. Il terreno esposto ai geli dell'inverno si libererà di molti insetti che si annidano fra le zolle. Inoltre, se il terreno è fortemente argilloso, l'alternanza del gelo e del disgelo opererà nei suoi riguardi una benefica azione disgregatrice, così che alla fine della cattiva stagione avrete un letto soffice e perfetto per le nuove piantine che metterete a dimora.

Come si lavora il terreno.
La lavorazione del terreno si fa con la vanga. L'attrezzo deve essere conficcato nel terreno con poca inclinazione e a fondo. La zolla viene poi rivoltata in modo che lo strato superficiale (con le erbe infestanti e i loro semi) si trovi al disotto, e viceversa lo strato più profondo. A ogni colpo di vanga escono dalla terra lombrichi, larve di elateridi, maggiolini, nottue, qualche grillotalpa, ecc. I lombrichi sono utili (se non troppo numerosi) e vanno risparmiati, perchè aiutano la trasformazione della sostanza organica del letame e delle foglie in composti che le piante in un secondo tempo possono assimilare. Gli insetti invece, se si dispone di un pollaio, si possono raccogliere e dare ai polli, che ne sono molto ghiotti.

La concimazione del terreno
Durante la lavorazione autunnale è bene incorporare nel terreno un po' di concime organico (letame, spazzature, deiezioni dei polli ecc.). Il concime va posto in fondo al fosso che si forma vangando, e ricoperto man mano con le zolle. Durante l'inverno avrà tutto il tempo di trasformarsi, di incorporarsi bene nella terra, in modo da costituire in primavera un eccellente aiuto per tutte le piante, compresi i bulbi, che non sopportano la sostanza organica fresca o poco decomposta.
Per quanto riguarda il prato, può darsi che la crosta erbosa, vecchia, abbia reso il suolo un po' acido favorendo la comparsa di male erbe. Allora spargete prima della vangatura un po' di calce spenta, che rimedierà all'acidità del terreno. 

I segreti della semina.
Quante volte la nascita dei semi molto piccoli non è soddisfacente! Diciamo che è colpa del seme cattivo, del venditore che non è onesto, invece l'insuccesso dipende il più delle volte dalla nostra imperizia. I semi molto piccoli vanno mescolati con un po' di sabbia e distribuiti, per mezzo di un cartoncino, sulla superficie del terreno ben livellato, comprimendoli con una tavoletta di legno senza ricoprirli di terra. Si innaffia poi il vaso immergendolo nell'acqua sino a che il liquido non abbia bagnato anche la parte superiore.

Stratificazione e pregerminazione
Alcuni tipi di semi devono essere seminati subito dopo il raccolto, mentre quelli legnosi (della Rosa, ad esempio, e di altri arbusti) vanno stratificati per un certo tempo in sabbia o in torba umida prima di essere affidati al semenzaio. In moltissimi casi può essere usata la pregerminazione. I semi vengono mescolati a sabbia umida e tenuti per un po' di tempo in un vaso coperto da uno straccio bagnato. Quando incominciano a germinare, vengono affidati al semenzaio.

Il semenzaio.
Un semenzaio destinato a produrre piantine per il trapianto deve essere posto in luogo riparato dal freddo, per esempio contro un muro e in pieno sole. Per i giorni freddi bisognerà provvedere qualche stuoia di paglia; per i giorni caldi, invece, qualche arella di canne, a difesa dei semi germinanti e delle giovanissime piantine; durante il caldo occorre innaffiare spesso. Se il terreno è compatto, e tende a far crosta, si può ricoprire il seminato con un po' di sabbia o di paglia tritata, quel tanto che basti a impedire che l'acqua di innaffiatura colpisca direttamente il terreno. Naturalmente il terriccio delle aiuole o delle cassette destinate al semenzaio deve essere concimato con sostanza organica perfettamente decomposta.

La profondità di semina.
Vi sono alcune regole da osservare nell'opeerazione di semina, anzitutto la profondità alla quale il seme deve essere posto in terra. I semi fini devono essere posti superficialmente, quelli più grossi sempre a profondità maggiore. Non bisogna poi abbondare nella quantità di semi: le semine troppo fitte, tanto in semenzaio quanto a dimora, sono destinate a dare un cattivo risultato. Le piantine in semenzaio, destinate al trapianto, se sono troppo fitte sono deboli, attecchiscono male e danno piante poco fiorifere. Quindi è meglio seminare rado, sia nei semenzai sia in terra, a scanso di spiacevoli sorprese.


Articoli correlati: