E s’aprono i fiori notturni, nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi: là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala. Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s’esala l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala; brilla al primo piano: s’è spento . . .
È l’alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta, non so che felicità nuova.


(Giovanni Pascoli)

Come difendere le piante dai fumi dei camini



Fra i molteplici guai ai quali sono esposte le piante nelle città industriali, vi è quello del fumo dei camini. Camini di fabbriche, che di giorno e di notte impregnano l'aria di vapori e di fumi derivanti da lavorazioni chimiche o metallurgiche, camini delle case di abitazione e degli uffici, che ogni mattina  sputano il fumo nero dagli impianti di riscaldamento.


Le emanazioni gassose sono senz'altro le più dannose per le nostre piante, le quali reagiscono nei modi più diversi: le foglie ingialliscono, i rami si seccano, e la  pianta deperisce più o meno rapidamente a seconda della quantità di gas nocivi presenti nell'aria.

I rimedi - Purtroppo contro alcuni gas (ad esempio i fumi solforosi) c'è poco da fare, e quindi vicino alle fabbriche che esalano tali gas non si riuscirà mai a creare un giardino rigoglioso. E' stato però osservato che la sensibilità delle diverse piante ai fumi delle fabbriche è assai diversa, così che si possono scegliere quelle che risentono meno del difficile e particolare ambiente nel quale sono costrette a vivere.

Innanzitutto, nel campo delle piante arboree, le Conifere (pini, abeti, cedri, ecc.) risentono maggiormente delle emanazioni gassose rispetto alle latifoglie (platani, tigli, ippocastani, pioppi, ecc.), forse perchè queste ultime ricambiano le foglie a ogni primavera e si rifanno così un abito nuovo non "intossicato". Tra le Latifoglie poi l'ippocastano si "brucia" più presto del tiglio, e questo è più sensibile del pioppo e del platano; anche il begolaro (Celtis) possiede  una buona resistenza, l'acero ha invece una resistenza minore.

Fra le piante arbustive ed erbacee, il garofano, gli iris rizomatosi, gli aster perenni, alcune varietà di rose sono abbastanza tolleranti. L'osservazione, del resto, può aiutare nella scelta di ciò che si può e non si può coltivare.

I fumi degli impianti di riscaldamento. I residui carboniosi degli impianti di riscaldamento ( e soprattutto alle particelle liberate nella combustione della nafta) si posano sui vegetali solo nella stagione fredda, che tuttavia, nelle zone settentrionali della nostra penisola, non è limitata al solo inverno, ma va spesso dalla metà di ottobre alla metà di aprile.

In tutto questo periodo, foglie e rami vengono ricoperti da una sostanza untuosa che chiude gli stomi. Anche in questo caso ne risentono maggiormente le specie a foglie persistenti, tanto fra le piante arboree quanto fra le erbacee. Il loro deperimento è sempre evidente e più o meno rapido.

I rimedi. Anche in questo caso si consiglia di escludere dai giardini delle città le Conifere e le piante a fogliame persistente, o almeno quelle più sensibili. Per quanto riguarda piccoli arbusti o piante erbacee che non perdono le foglie (sassifraga, salvia, campanule, ecc.), tutte piante che si coltivano anche sui terrazzi e sui balconi, si possono ricoprire con un foglio di polietilene, non appena gli impianti di riscaldamento si mettono a funzionare.

Si possono riunire anche tutti i vasi in una grossa cassetta di terracotta o di legno e coprirli con un telaio a cui si sarà fissato il foglio di polietilene.