- si incide la corteccia del ramo in un punto (usando un coltellino appuntito) e praticando una incisione lunga qualche centimetro o togliendo un anello alto circa 2 cm
- si sparge un pò di polvere ormonica sulla parte decorticata per favorire la formazione più rapida delle radici; se dal ramo scorticato defluisse un lattice bianco e appiccicoso (tipico del ficus e delle euforbie) è bene attendere che questo succo si essicchi, bisogna quindi lavare il ramo per togliere la sottile pellicola;
- si fascia la parte privata della corteccia con un manicotto di sfagno o di torba ben inzuppato di acqua, avvolto da una fasciatura di plastica trasparente. Un qualsiasi sacchetto debitamente tagliato servirà allo scopo. La fasciatura viene strettamente legata alle due estremità del manicotto con due fettucce adesive. Inutile dire che l'esemplare va continuamente curato e annaffiato secondo le normali abitudini e necessità. Trascorso un pò di tempo (per l'oleandro bastano 15-20 giorni entre per il ficus possono occorrere anche due mesi), attraverso la copertura di plastica appaiono dei filamenti bianchi che spuntano in ogni senso dallo sfagno. Si tratta appunto di nuove radici nate attorno alla cicatrice formatasi nella zona privata della corteccia;
- si recide la parte margottata due o tre dita sotto la parte inferiore della fasciatura in plastica, quando la massa radicale ha raggiunto sufficiente sviluppo formando una fitta rete per tutto il manicotto di sfagno. E' consigliabile operare il taglio in modo graduale, approfondendolo un poco ogni giorno, sino alla completa recisione. In tal modo la nuova pianta si abitua a poco a poco a vivere di vita autonoma: Il taglio deve essere eseguito con cesoie perfettamente affilate;
- la nuova pianta va interrata in vaso o in piena terra secondo i casi, e solo al momento dell'interramento si può liberare il manicotto di sfagno dalla fasciatura in plastica, evitando con ogni cura di sciupare le radici o di spezzarle.
E s’aprono i fiori notturni, nell’ora
che penso a’ miei cari. |