E s’aprono i fiori notturni, nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi: là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala. Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s’esala l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala; brilla al primo piano: s’è spento . . .
È l’alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta, non so che felicità nuova.


(Giovanni Pascoli)

Angraecum sesquipedale


Angraecum sesquipedale, della famiglia delle orchidacee, origini Madagascar.

Questa orchidea, con fiore straordinario , è stata scoperta nel 1823. Si tratta di una pianta eretta, alta 30-60 cm, fornita di robuste radici aeree. Le foglie coriacee, nastriformi, ondulate, lunghe 30 cm, strettamente embricate, sono di colore verde scuro bluastro con riflessi brillanti. 

Superbi fiori stellati di colore bianco avorio di 15-20 cm di larghezza sono muniti di uno sperone pendulo caratteristico; sono portati da un lungo peduncolo quasi orizozntale.

Coltivazione: epifita nel suo paese d'origine, vuole composto leggero, costituito da corteccia di pino pestata, sfango tritato e un po' di terra di brughiera fibrosa. Viene coltivata in ampi vasi di terracotta, traforati, o in cestini, formati da listelli di legno intrecciati, appesi accanto ai vetri della serra. 

Richiede innaffiature in estate, 2 volte alla settimana con acqua non calcarea, più ridotte da ottobre a gennaio. Il rinvaso si effettua in febbraio, dopo la fioritura e prima dell'inizio della vegetazione. L'angraecum vive in serra calda satura di umidità. Temperatura invernale: 16-20°C, per il resto dell'anno: 20-25 °C.

Riproduzione: si pratica unicamente per separazione dei getti che si sviluppano alla base della pianta. Staccarli con un coltello, quando sono sufficientemente radicati e rinvasarli subito. 


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