L'Arnica è un pianta erbacea che cresce nei prati e nei pascoli dalla zona montana a quella alpina (al di sopra dei 1000 m), nelle Alpi e nell'Appennino settentrionale.
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Arnica montana della famiglia delle Compositae, origini regioni montuose d'Europa. L'Arnica è una pianta erbacea vivace con un rizoma obliquo o verticale; il fusto, semplice o talvolta appena ramificato, è alto fino a 60 cm; tutta la pianta è coperta da peli e ghiandole.
Le foglie basali, riunite in rosetta, sono sessili e hanno forma ovale ed ellittico-allungata con il margine talvolta dentellato; la pagina superiore è fortemente pubescente, quella inferiore è poco pelosa o quasi glabra; lungo il fusto vi sono da uno a tre paia di foglioline sempre più piccole e sessili.
I fiori, riuniti in un capolino, sono di due tipi: quelli esterni hanno una ligula di colore giallo aranciato, quelli centrali sono piccoli e gialli e compaiono tra giugno e agosto.
Il frutto è un achenio lungo 5 mm, sormontato da un pappo, formato da numerosi peli setolosi di colore biancastro, che ne facilita la disseminazione.
L'Arnica è una bella pianta medicinale conosciuta da secoli. Si tratta di una specie erbacea che cresce spontanea nei pascoli fino a circa 2800 m di quota; nell'Europa settentrionale scende anche in pianura.
Si coltiva su terreni silicei e leggeri con aggiunta di terra di brughiera; vuole esposizione in mezz'ombra; si semina in marzo-aprile e si trapianta a dimora in agosto-settembre.
Come già accennato, l'Arnica è una pianta medicinale della quale si utilizzano il rizoma e i fiori.
Il rizoma si può raccogliere, scavandolo con una zappetta, in settembre, quando la pianta entra nel riposo vegetativo, oppure in marzo prima della della ripresa; si tagliano le radichette laterali e si monda dalla terra.
I fiori si raccolgono in giugno-luglio scegliendo quelli appena aperti.
Per quanto riguarda la conservazione il rizoma si pone a seccare all'ombra e si conserva quindi in sacchetti di carta; i fiori si fanno seccare all'ombra in luogo molto aerato, rimuovendoli spesso in modo da ottenere un essiccamento il più rapido possibile, e si conservano in vasi di vetro o di ceramica al riparo dall'umidità e dalla luce.
Come si usa la droga.
L'Arnica ha proprietà rubefacenti, antiecchimosiche per via esterna. Principi attivi: tannini, un olio essenziale, idrotimochinone.
L'Arnica è un rimedio di assolutà validità per risolvere ecchimosi ed edemi conseguenti a contusioni e slogature. Le sue preparazioni vanno però maneggiate con molta cura e attenzione perchè, in caso contrario, potrebbero dar luogo a pesanti infiammazioni.
Le preparazioni di Arnica, utilizzabili solo per uso esterno, non vanno mai applicate in vicinanza degli occhi, della bocca e dei genitali; non si devono inoltre applicare su pelli delicate ed escoriate, sulle ferite, sulla pelle dei bambini piccoli.
Per uso esterno, vanno utilizzati i rizomi o i fiori. Per contusioni o slogature si prepara una
tintura: 10 g in 100 ml di alcoo di 70° (a macero per 5 giorni).
Avvertenza importante per l'uso: la tintura di Arnica non va mai impiegata pura, ma diluita cinque volte con acqua o acqua contenente un po' di glicerina. Con questa soluzione si imbevono compresse che vanno applicate sulla parte slogata o contusa.
Cambiare le compresse tre-quattro volte al giorno interrompendo al primo sintomo di irritazione locale.
ATTENZIONE: La tintura di Arnica va riposta tra i farmaci pericolosi con la chiara indicazione dell'uso esterno e la scritta "veleno" ben evidente.
Le prescrizioni per via orale sono di stretta competenza dell'erborista o dell'omeopata.