Piante medicinali: Anserina, Arisarum, Asparago, Astranzia Maggiore, Avena
Anserina, famiglia delle Rosaceae, Origini: Europa, tranne le regioni mediterranee
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Anserina della famiglia delle Rosaceae, Origini: Europa, tranne le regioni mediterranee, America Settentrionale
Il nome generico Potentilla deriva dal termine latino potentia, che significa "potere". Si riferisce all'efficacia delle virtù medicinali di numerose specie appartenenti a questo genere.
Potentilla anserina è una piccola pianta erbacea con fusti striscianti, lunghi 20-50 cm, foglie profondamente dentate, di colore bianco argentato, fiori gialli, solitari.
La radice rizomatosa produce numerosi getti o stoloni. Le foglie, composte da 11-21 foglioline, sono dentellate. I fiori, di 2 cm di diametro e portate da un sottile peduncolo, hanno 5 petali ovali, di colore
giallo intenso.
Habitat: i getti radicano velocemente, costituendo grandi tappeti nei luoghi umidi, ai bordi dei ruscelli, lungo le strade. Ama il pieno sole. Cresce nei pascoli fino a 2000 m di quota.
Fioritura: da giugno ad ottobre.
Cultivar: P. anserina "concolor" a fogliame argentato e sericeo, P. anserina "discolor" a foglie verdi sopra e argentate sotto, P. anserina "nuda" a foglie verdi su entrambe le pagine.
Utilizzazione: viene coltivata come pianta ornamentale per tappezzare i luoghi freschi e il bordo degli specchi d'acqua. Viene utilizzata come pianta medicinale per calmare i crampi di stomaco, le coliche intestinali, le diarree.
Principi attivi: una quantità notevole di tannini che le conferiscono proprietà toniche, astringenti, diuretiche, antispasmodiche, vulnerarie e antinfiammatorie.
Per uso interno: decotto. Far bollire una manciata di piante secche in 1 l d'acqua, per 5 minuti. Lasciare in infusione un quarto d'ora prima di assumere.
Per uso esterno: in decotto, per inumidire le piaghe che tardano a cicatrizzarsi e per irrigazione vaginale. La radice tritata è buona per le gengive.
Da non confondere con un'altra erba medicinale, Chenopodium quinoa, con fiori utilizzati in infuso, che possiede proprietà stimolanti, stomachiche e carminative (che porta lo stesso nome comune di anserina).
Attenzione: prima di assumere una droga chiedere il consiglio del medico. Evitare il fai da te.
Arisarum vulgare Famiglia delle Aracee. Origini: bacino del Mediterraneo
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Arisarum vulgare della Famiglia delle Aracee. Origini: bacino del Mediterraneo
Ippocrate (460-377 a.C.), padre della moderna medicina, chiamò questa pianta ophis, che significa serpente, in relazione ai fusti ornati da disegni curiosi che ricordano la pelle di un serpente abbandonata durante la muta.
L'Arisarum è piuttosto simile all'Arum dracunculus ma, se ne differenzia soprattutto per la forma delle foglie e per la lunghezza della spata (la foglia modificata che avvolge il fiore).
L'arisarum è una pianta erbacea perenne con radice tuberosa formata da un tubercolo cilindrico relativamente piccolo. Le foglie, eleganti, sono disseminate di macchie di color rosso scuro e biancastro. La spata è tubulosa, biancastra, striata di verde, più scura all'estremità; l'infiorescenza è una spiga di fiorellini monoici che sbocciano in primavera e in estate danno origine a frutti rossi.
L'arisarum cresce nei luoghi incolti e umidi, soprattutto nel sottobosco dei boschi di latifoglie. È una pianta rara, poco coltivata nei giardini, molto delicata ed esigente; in passato era ampiamente coltivato negli orti di erbe medicinali e aromatiche.
Nell'antichità veniva usato come purgante, diuretico e fluidificante del catarro bronchiale. Per uso esterno veniva impiegato come cicatrizzante su ferite, ulcere, ustioni ecc.
Pomata vulneraria: tritare alcune foglie fresche fino a ottenere una pasta che si applica direttamente sulla parte malata. Attualmente si sa con certezza che il tubero fresco, le foglie e i frutti contengono sostanze tossiche. Sebbene sia probabile che tali sostanze perdano potere con l'essiccamento, tuttavia si
sconsiglia vivamente l'uso interno di questa pianta.
Attenzione: prima di assumere una droga chiedere il consiglio del medico. Evitare il fai da te.
Asparago, Famiglia delle Gigliacee. Origini: Europa centrale e meridionale
Asparagus officinalis della Famiglia delle Gigliacee. Origini: Europa centrale e meridionale
Alcuni dipinti rinvenuti nelle tombe egizie dimostrano che l'asparago è coltivato da millenni. I Greci lo hanno importato nel loro paese e di qui è giunto a Roma.
Le virtù medicinali di questa pianta sono dunque conosciute da secoli. Dioscoride ne consiglia alcuni preparati medicinali: «Una purea di asparagi assunta con vino bianco allevia i dolori renali. La radice cotta nel vino o nell'aceto seda i dolori delle lussazioni agli arti>>.
L'asparago cresce spontaneo nei luoghi sabbiosi, lungo il corso dei fiumi e presso i litorali marini. Per coltivarlo nell'orto bisogna preparare con cura un terreno sabbioso ben fertilizzato con letame. È una pianta perenne che raggiunge m 1,50 di altezza; deve essere rincalzata in primavera e liberata in autunno.
I giovani germogli che spuntano in primavera, botanicamente detti "turioni", sono gli asparagi usati in
cucina. I fiori sono insignificanti, a forma di campanella di color giallo grigiastro; il frutto, che compare sui soggetti femminili, è una bacca rossa delle dimensioni di un pisello.
Proprietà: l'asparago ha azione diuretica, soprattutto il ceppo e le radici. In omeopatia è usato contro i reumatismi e contro l'idropisia. Le antiche farmacopee raccomandano uno sciroppo aperitivo e diuretico ottenuto da 5 radici: asparago, sedano, finocchio, prezzemolo e pungitopo; si pongono le 5 radici, in quantità uguali, in un litro d'acqua e si fa bollire il tutto finché si riduce a mezzo litro. Si filtra, si zucchera e si mescola bene: se ne assumono 3 cucchiai ogni giorno prima dei pasti.
Se consumati troppo spesso, gli asparagi possono provocare infiammazioni ai reni. L'odore molto penetrante che assume l'urina, dopo un pasto comprendente asparagi, è dovuto ad una sostanza chimica
presente nell'asparago e contenente zolfo, detta metilmercaptano.
Attenzione: prima di assumere una droga chiedere il consiglio del medico. Evitare il fai da te.
Astranzia Maggiore, Famiglia delle Ombrellifere. Origini: Europa
Astranzia maggiore della Famiglia delle Ombrellifere. Origini: Europa
La famiglia delle Ombrellifere, numericamente molto importante, presenta caratteri generali costanti. Ciò che, tuttavia, salta agli occhi, riguarda le infiorescenze a più assi che partono dallo stesso punto per terminare alla stessa altezza con un fiore: i peduncoli fiorali ricordano le stecche di un grande ombrello aperto. Queste ombrelle, composte o semplici, presentano, il più delle volte, al punto di convergenza dei peduncoli, un involucro di brattee. Quando l'ombrella è composta, ogni asse si suddivide per reggere ombrelle più piccole.
Il genere Astrantia conta 9 specie che si incontrano in tutta l'Europa, dai Pirenei al Caucaso e fino all'Asia Minore. Il nome generico che deriva dal latino aster, "stella", allude alla forma stellata dell'involucro di brattee.
L'astranzia è una pianta perenne di grande eleganza. È forse una delle poche ombrellifere di sicura bellezza. Le sue foglie, sorrette da un lungo picciolo, composte e lanceolate, hanno, in genere, 5 lobi dai margini irregolari e decisamente dentellati. Quelle del fusto principale sono più piccole e non hanno che tre lobi. Quelle che si osservano alla sommità, di colore verde rosato, sono in realtà brattee che possono essere confuse con i fiori. I fiori, stellati, di un bel rosa verdastro, hanno un calice a 5 sepali che supera il livello dei petali. I frutti, allungati e allargati alla base, sono ricoperti di piccole squame embricate.
Habitat: l'astranzia maggiore si incontra nei prati e nei sottoboschi soleggiati, tra i 600 e i 2000 m, raramente a quote più basse. Cresce sui contrafforti delle Alpi e dei Pirenei.
Fioritura: da giugno fino a settembre. I frutti maturano alla fine dell'estate e all'inizio dell'autunno.
Proprietà: si utilizza il rizoma che possiede proprietà lassative.
L'astranzia maggiore si utilizza in infuso; a tale scopo si usano i pezzetti di rizoma, facendo attenzione a non lasciarli macerare più di un minuto nell'acqua bollente per non nuocere ai principi attivi della pianta.
Attenzione: prima di assumere una droga chiedere il consiglio del medico. Evitare il fai da te.
Avena, Famiglia delle Graminacee. Origini: regioni temperate
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Avena sativa della Famiglia delle Graminacee. Origini: regioni temperate
Il valore nutritivo dell'avena è paragonabile a quello del frumento, tuttavia essa contiene una maggior quantità di grassi, quindi il suo potere energetico è maggiore. È una pianta erbacea annua, coltivata in tutto il mondo, fin da tempi antichissimi, per l'alimentazione umana.
Plinio nella sua Storia Naturale commenta l'usanza dei popoli germanici di nutrirsi con gallette fatte con farina di avena; anche i Galli e i Britanni impastavano gallette analoghe, inoltre preparavano anche una sorta di zuppa facendo bollire la farina in acqua.
Sono note diverse varietà di avena, a semina invernale o primaverile. Questa pianta vuole terreno ben lavorato in profondità. La fioritura ha luogo in primavera o all'inizio dell'estate e il raccolto si effettua in agosto. Per evitare che i semi cadano al suolo è bene falciare i campi quando gli steli sono ancora
leggermente verdi, dal momento che i frutti maturano prima che la pianta ingiallisca. Dopo la mietitura, le spighe si fanno essiccare in posizione verticale. L'avena contiene un principio attivo ad azione tonica, stimolante, ricostituente, blandamente lassativa e attivante del metabolismo della pelle.
Viene raccomandata per la cura di eczemi, indigestioni, diarree, disordini epatici e vescicali, nevralgie, reumatismi, artrite e disturbi del sonno.
Ricca di calcio, amidi e sali minerali, l'avena contiene anche zuccheri, lipidi e proteine. È molto indicata per i convalescenti, sotto forma di zuppe o di creme.
Ottimi i fiocchi nel latte per preparare una prima colazione nutriente e di facile digestione.
Bagni rinfrescanti: cuocere mezzo chilo di paglia d'avena in due litri d'acqua per circa mezz'ora; filtrare e aggiungere all'acqua del bagno.
Tisana diuretica: si cuociono i grani d'avena non decorticata per mezz'ora in un litro d'acqua. Quando sono ben molli si scolano e si pestano nel mortaio, quindi si mette nuovamente a cuocere la pasta così ottenuta, nella sua acqua, per un paio di minuti; infine si lascia raffreddare il tutto, si filtra attraverso un panno e si beve.
Attenzione: prima di assumere una droga chiedere il consiglio del medico. Evitare il fai da te.
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