E s’aprono i fiori notturni, nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi: là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala. Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s’esala l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala; brilla al primo piano: s’è spento . . .
È l’alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta, non so che felicità nuova.


(Giovanni Pascoli)

Piante e fiori con la lettera A/6: Agrifoglio, Agrimonia, Akebia, Albero bottiglia, Albicocco

 Piante e fiori con la lettera A: Agrifoglio, Agrimonia,  Akebia, Albero bottiglia, Albicocco


Agrifoglio Nome scientifico: Ilex - Famiglia: Aquifoliaceae - Origine: Europa, Africa, Asia

 Nome scientifico: Ilex della Famiglia delle Aquifoliaceae - Origine: Europa, Africa, Asia

Al genere Ilex appartengono tra le 300 e 400 specie di alberi e arbusti, resistenti e delicati, sia sempreverdi sia a foglie decicue. Si tratta generalmente di piante dioiche, in quanto i fiori femminili e quelli maschili. (per lo più insignificanti) sbocciano su piante diverse: per avere quindi le coloratissime bacche è necessario coltivare insieme le piante dei due sessi.

La specie più coltivata è Ilex aquifolium, il comune agrifoglio, che spesso cresce anche spontaneo. Ha foglie sempreverdi, verdee scuro, lucide, cuoiose, che sono ondulate e con margini spinosi sulle piante e sui rami giovani, mentre sono appiattite e senza spine sulle piante e sui rami vecchi. In autunno e in inverno si svilupparo sulle piante femminili le drupe (frutti carnosi contenenti un unico seme,
il nocciolo) globose, prima verdi poi rosse a maturità.

Fra le tante varietà, Golden Queen ha portamento colonnare e foglie con i margini dorati; Pyramidalis ha, portamento eretto e foglie con e senza spine sulla stessa pianta.
Ilex cornuta è una specie a crescita lenta, a portamento compatto con foglie rettangolari spinose e frutti rossi.
llex verticillata è una delle specie a foglie decidue che, appena emesse, hanno tonalità purpuree, mentre in autunno diventano gialle i frutti rossi persistono durante l'inverno sui rami nudi.



COLTIVAZIONE

Gli agrifogli sono utilizzati per siepi o come esemplari isolati in parchi e giardini. Possono anche essere coltivati in vaso, sempre all'aperto, avendo però cura, copo 4-5 anni di trasferirli in piena terra. Le giovani piante si mettono a dimora in marzo-aprile nelle zone a clima mite oppure in ottobre in
climi pi piantare il colletto (la parte fra la radice e il fusto) troppo in profondità. La distanza fra le piante per le siepi è di 60 cm. ll terreno dovrebbe essere fertile, ricco di sostanza organica e umido, anche se ben drenato.

Per la coltivazione in vaso il terriccio deve essere mediamente leggero e composto in parti uguali da terra fertile e da torba e sabbia e va concimato con 20 g di fertilizzante completo per ogni decalitro di terra.

Le concimazioni successive si effettuano ogni anno in primavera con fertilizzanti liquidi nella dose di 20-30 cc per decalitro di acqua. Le piante in forma naturale non richiedono interventi di potatura: le altre devono essere cimate in primavera e in estate.

ESPOSIZIONE

Gli agrifogli si possono collocare sia in pieno sole sia in ombra parziale. Le varietà con foglie variegate richiedono sempre il pieno sole per mantenere la colorazione.

TEMPERATURA

Esistono sia specie resistenti sia delicate, ma generalmente si coltivano solo le prime, come quelle descritte. In ogni caso è sempre utile in autunno disporre alla base delle piante una buona pacciamatura
fatta con paglia, foglie o altro materiale di protezione.

ANNAFFIATURA

Le piante devono essere annaffiate abbondantemente in caso di siccità, soprattutto se giovani o coltivate in vaso.

RINVASATURA

Le piante coltivate in vaso si rinvasano ogni 2 anni in primavera, in un vaso di
un paio di misure più grande del precedente.

PROPAGAZIONE

Il metodo più utilizzato (soprattutto per le varietà) è la talea semilegnosa (rametto dell'anno più una porzione di ramo portante), lunga una decina di centimetri, da prelevare in agosto e da far radicare in torba e sabbia in parti uguali, in luogo riparato, ma non riscaldato. Le talee si invasano quindi singolarmente; la messa a dimora si effettua dopo circa 2 anni. Un altro metodo adatto per la riproduzione di varietà è l'innesto su I.aquifolium: effettuare l'innesto a marza a fine primavera o quello
a gemma in estate. La propaggine si pratica in ottobre, facendo un'incisione su porzioni di rami particolarmente lunghi, che verranno poi interrati.

Malattie e parassiti

Gli insetti minatori delle foglie provocano il disseccamento e la caduta di gran parte delle foglie: trattare con insetticidi subito prima della fioritura o, comunque, non appena si osservano i primi attacchi. Una malattia fungina provoca macchie purpuree sulle foglie di piante indebolite da siccità, pH (acidità del terreno) elevato o carenze nutritive (mancanza di azoto, fosforo o pocassio): combattere con prodotti
anticrittogamici e riportando le piante alle condizioni ottimali.

L'Agrifoglio è una pianta medicinale vediamo come si usa

Dove si trova. L'Agrifoglio si trova nei boschi della regione submontana e montana di tutta Italia ma è più frequente al nord; è inoltre coltivato spesso nei giardini per il suo aspetto ornamentale e perchè legato alla tradizione natalizia.
 
Quando si raccoglie. La corteccia si può raccogliere durante tutto l'anno, praticando due incisioni anulari congiunte da una longitudinale facendo leva con un coltello; le foglie si raccolgono in aprile-maggio prima della fioritura staccando quelle di un anno e non quelle giovani appena formate.
 
Come si conserva. La corteccia dell'Agrifoglio si essicca al sole mentre le foglie devono essere essiccate all'ombra; si conservano ambedue in sacchi di carta o tela. 
 
Proprietà. L'Agrifoglio ha proprietà diuretiche, tossifughe, antireumatiche, antiartritiche, febbrifughe.
Le foglie contengono una sostanza detta "ilicina" che è resposabile dell'azione febbrifuga e tonica e che ha caretteristiche simili alla caffeina. Inoltre foglie e corteccia contengono tannini, pectine ecc. 
L'Agrifoglio è una pianta dalle multiformi attività. Le foglie vengono impiegate soprattutto per le loro proprietà febbrifughe, antireumatiche e antiartritiche; con essi si fa tradizionalmente una tisana analoga al Mate sudamericano alla cui famiglia appartiene l'Agrifoglio.  La corteccia dell'Agrifoglio ha proprietà febbrifughe, le radici diuretiche. E' molto importante ricordare che le bacche sono fortemente purgative e possono dare nausea e vomito, perciò il loro uso è da sconsigliare. 

Uso interno, le foglie- per la febbre e i reumatismi.
  • Decotto- 3 g in 100 ml di acqua. Due o tre tazzine al giorno .
  • Tintura - 20 g in 100 ml di alcool di 70° (a macero per 10 giorni). Venti-trenta gocce due volte al giorno. 

Uso interno - la corteccia- per la febbre.

  • Decotto- 3 g in 100 ml di acqua. Due o tre tazzine al giorno
  • Tintura vinosa - 5 g in 100 ml di vino rosso ( a macero per 10 giorni). Due bicchierini al giorno.

 

Agrimonia


Agrimonia
eupatoria della famiglia delle Rosacee. Nome comune Erba Vettonica in alcuni posti conosciuta anche come erba gatta

L'Agrimonia è una pianta erbacea perenne con un piccolo rizoma da cui sorge il fusto eretto, che è, normalmente semplice ed alto fino a 70-80 cm. Le foglie, di colore verde nella pagina superiore, biancastre e tormentose in quella inferiore, sono pennatosette con foglioline a contorno ovale e margine grossolanemante dentellato; alla base hanno due foglioline, dette stipole, che abbracciano il fusto. Le foglie sono alterne sul fusto ma nella porzione inferiore sono molto ravvicinate tanto da simulare una rosetta. 

L'infiorescenza è data da un racemo terminale composto di molti piccoli fiori; questi hanno un calice di cinque pezzi saldati in tubo provvisto all'apice di setole uncinate ed una corolla con cinque petali di colore giallo vivo. 

Il frutto è formato da due acheni che restano racchiusi ne tubo del calice; la presenza degli uncini favorisce la disseminazione tramite gli animali. 

L'Agrimonia è diffusa in tutta Italia specialmente nei luoghi aperti secchi e soleggiati, al margine dei boschi e dei pascoli dalla zona mediterranea  a quella montana. 

Per la preparazione della droga si utilizzano le sommità fiorite che si raccolgono all'inizio della fioritura da maggio ad agosto recidendo la pianta con le forbici a qualche centimetro dal colletto. 

Le sommità fiorite, legate in mazzetti, si essiccano con cautela all'ombra evitando con cura il sole e le temperature superiori ai 30-35°C. Si conservano in vasi di vetro in luogo fresco ma non umido.  

Come si usa l'Agrimonia

Proprietà. L'Agrimonia ha proprietà coleretiche, calagoghe, anticatarrali, antireumatiche, antiinfiammatorie, antipruriginose. 
I principi attivi dell'Agrimonia sono l'olio essenziale, tannini, fitosterine, sostanze amare. E' una pianta molto usata nella tradizione popolare ed associa all'indiscussa attività la gradevolezza delle preparazioni che devono essere ingerite. La sua azione per uso interno si esplica soprattutto nell'insufficienza epatica, come stimolante del flusso biliare e nelle enteriti catarrali. 
Alcuni ne suggeriscono  l'impiego nell'uricemia e nel reumatismo articolare e muscolare, inoltre come depurativo  generale.

E' molto interessante l'uso topico esterno dell'Agrimonia. La si può impiegare come decongestionante ed antipruriginoso soprattuto per le affezioni della bocca, della gola e nelle congiuntiviti; utile nelle dermatiti, foruncolosi ed orticarie, soprattutto di origine allergica, Queste ultime proprietà possono essere correlate alla presenza di una sostanza, l'acido ursolico, avente attività analoga al cortisone. 

Uso interno- le sommità fiorite- per l'insufficienza epatica e i catarri intestinali. 
  • Infuso - 2 g in 100 ml di acqua. Due-tre tazzine (o tazze) al giorno.
  • Tintura - 20 g in 100 ml di alcool di 20° (a macero per 5 giorni). Due o tre cucchiai al giorno

Uso esterno - le sommità fiorite - per infiammazioni della gola e della bocca, congiuntiviti ed orticaria.

  • Decotto - 10 g in 100 ml di acqua. Fare gargarismi e sciacqui boccali. Applicare compresse imbevute di decotto sulle parti interessate. Per contusioni e distorsioni. 
  • Polpa - (dalla droga fresca) - applicare sulla zona interponendo una garza. 
N.B un buon colluttorio astringente si ha con 40 g di estratto fluido di Agrimonia e 20 g di glicerina.


Akebia, un rampicante ornamentale


Nome scientifico: Akebia, della famiglia delle Lardizabalaceae, origine : Estremo Oriente. 
Al genere Akebia appartengono solo 2 specie di piante arbustive, rampicanti, delicate, sempreverdi o semisempreverdi. I fiori riuniti in racemi, sono rosa-purpurei, di forma piuttosto curiosa; sono unisessuati ma portati sulla stessa pianta: quelli maschili alla base del racemo e quelli femminili, di minori dimensioni, alla sommità. I frutti sono bacche ovoidali di colore portpora scuro; sono commestibili e contengono numerosissimi semi.


Coltivazione.
Le Akebia vengono coltivate, solitamente in piena terra, come rampicanti su muri o altre recinzioni, pergole e gazebi, ma nelle zone a inverno freddo devono essere piantate in vasi anche su balconi e terrazzi, per essere ritirate durante l'inverno. Si mettono a dimora in primavera (in terreni tendenzialmente umidi) o in autunno. 

Preferisocno terreni sciolti, ben drenati, discretamente fertili, concimati con 50 kg/mq di sostanza organica. Il terriccio per il vaso deve essere composto da 2/3 di terriccio fertile e 1/3 di torba e sabbia, concimato con 30 g di concime ternario per decalitro di terra; in primavera-estate aggiungere all'acqua d'irrigazione ogni 20-30 giorni, 10-20 g di concime ternario per decalitro. La potatura è necessaria solo per elimanre i rami secchi. E' utile invece, nel caso di piante impiegate per ricoprire i muri, piegare orizzontalmente i rami più bassi nel primo periodo di coltivazione per infoltire la vegetazione nella parte inferiore.

Esposizione. Le Akebia richiedono posizioni soleggiate e ben riparate dai venti.

Temperatura.
Sono resistenti alle alte temperature ma non sopportano quelle inferiori a 5°C.

Annaffiatura
. E' necessaria solo per le piante giovani e nei periodi di siccità prolungata.

Rinvasatura.
La si effettua ogni 2 anni, in primavera, utilizzando un vaso appena più grande del precedente oppure sostituendo una parte del vecchio terriccio.

Moltiplicazione. 
Il metodo più utilizzato è la talea: si possono  prelevare sia talee semilegnose (ramo dell'anno più una porzione del ramo portante) a fine primavera, sia talee legnose in estate, mettendole a radicare in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali, da tenere costantemente umido. Dopo la radicazione, le piantine devono essere invasate singolarmente e tenute in un luogo riparato fino all'anno successivo quando, in primavera o in autunno, potranno essere messe definitivamente a dimora in giardino o in contenitori di maggiori dimensioni. Un altro metodo di propagazione è la propaggine che si effettua in autunno interrando i rami dopo averli incisi nella parte inferiore e staccandoli dalla pianta madre, dopo la radicazione, l'anno successivo. Meno utilizzata è la divisione dei cespi, da effettuarsi a fine inverno. Sia le propaggini sia le parti di cespo di mettono direttamente a dimora.

Malattie e parassiti.
I problemi ricorrenti per le piante in vaso sono i marciumi radicali dovuti all'eccesso di acqua o a uno scarso drenaggio del terriccio impiegato. Si prevengono utlilizzando un terriccio più leggero e facendo attenzione alle annaffiature. Altri danni frequenti sono quelli da eccesso di freddo, che provoca la morte della parte più tenera e nei casi più gravi di tutta la pianta; si possono prevenire solo per le piante coltivate in vaso ritirandole per tempo in luogo riparato. Occasionalmente vi possono essere attacchi di pidocchi e di cocciniglie, che si curano con gli appositi insetticidi.

Consigli per l'acquisto. 
Soprattutto l'Akebia quinata si può trovare  con discreta facilità presso i migliori garden centre e vivaisti specializzati. Considerata la rapida crescita, scegliere le piante piccole, controllandone lo stato di salute.
 

Albero bottiglia (Nolina recurvata)

Albero bottiglia o Nolina recurvata, della famiglia delle Gigliacee origini Messico. Il genere comprende 25 specie; si tratta di piante perenni con fusti tuberosi, rigonfi alla base e spugnosi, coronati da un mazzo di foglie lineari, lunghe, strette, erette o ricadenti. 

I fiori, molto piccoli, sono raggruppati in pannocchie ramificate, simili a grandi pennacchi e sono portati da un gambo molto eretto; il colore è bianco crema. Nolina recurvata  è la specie più grande: nel suo paese d'origine raggiunge 8-9 m di altezza. Il suo nome specifico recurvata fa riferimento al portamento ricadente. 

Le foglie, di 2 cm di larghezza e di 1,2 m di lunghezza, molto coriacee, dai bordi dentati a sega, si spiegano in un pennacchio fitto e molto morbido alla sommità di un fusto, rigonfio, molto largo, dalla base di 30-40 cm di diametro, talvolta diviso in parecchie teste. 

Coltivazione: pianta da serra fredda, da veranda o d'appartamento. Rinvasarla ogni 2-3 anni in un contenitore appena più grande del precedente, pieno di un misto costituito per metà da terra da giardino e per metà da terra di brughiera. 

Temperatura: l'albero bottiglia si adatta a temperature variabili, da 0 a 20°C. Collocarlo da dicembre a marzo in un luogo illuminato in cui la temperatura rimanga sotto i 15°C. Resiste molto tempo in appartamento. 

Esposizione: in piena luce. Collocarlo accanto ad una finestra soleggiata. 

Innaffiature: innaffiature troppo abbondanti e troppo ravvicinate rischiano di far imputridire la pianta. Il grasso fusto rigonfio immagazzina l'acqua proprio come le piante grasse e le cactacee, e contiene una notevole quantità di riserve alimentari. Lasciare la pianta all'asciutto d'inverno, cessando le innaffiature da novembre a marzo. Vaporizzare il fogliame con acqua tiepida tutte le settimane. 

Fertilizzante: ogni 2 mesi, da aprile a settembre. 

Riproduzione: per semina su lettorino tiepido. Per talee dei germogli sviluppatisi lungo i fusti. Farle radicare in vasetti, in un misto di sabbia e terriccio, molto umido, su una tavoletta posta su un radiatore o sotto campana, in serra temperata. 

 

L'Albicocco - Prunus armeniaca- della famiglia delle Rosaceae, origine Cina

L'Albicocco o Prunus armeniaca, originario della Cina, è una pianta molto diffusa in Italia e produce frutti molto profumati e di sapore delicato.

wikipedia

L'Albicocco è una specie rustica, ma, dato che fiorisce molto presto, ai primi di marzo, non si adatta molto bene alle zone in cui si verificano frequentemente gelate tardive, che possono danneggiare i fiori e far diminuire, di conseguenza, la produzione di frutti.  

L'albicocco fa parte del vastissimo genere Prunus che comprende oltre 430 specie di alberi e arbusti solitamente a foglie decidue. Viene coltivato soprattutto come pianta da frutto, ma è molto apprezzato anche per la sua bella fioritura primaverile. 

L'Albicocco è un piccolo albero con tronco robusto e corteccia bruno-nerastra; i rami sono disposti irregolarmente, ma nel complesso la chioma è tondeggiante. Ha foglie decidue da rotonde a ovali, a margine seghettato e punta acuminata, coriacee, color verde lucido, portate su un lungo picciolo. 

I fiori, a 5 petali, bianchi o rosati, sbocciano a fine febbraio inizio marzo su rami ancora spogli. I frutti sono drupe (frutti carnosi con seme legnoso) vellutate, giallo-arancio, da globose a oblunghe, solcate in senso longitudinale, con polpa spicca (che si stacca cioè dal nocciolo). 

L'epoca di maturazione dei frutti varia, a seconda delle varietà, da maggio a luglio. Sono numerose le varietà coltivate, che variano per forma e dimensione dei frutti e per il periodo di maturazione. 

wikipedia

Coltivazione: l'albicocco si coltiva in piena terra. Le piantine innestate di albicocco si mettono a dimora in inverno; in regioni a clima invernale freddo richiedono posizioni protette dai venti. Non hanno particolari esigenze per quanto riguarda il terreno, tollerano anche quelli asciutti e calcarei, da concimare con 30-50 kg/mq di sostanza organica. Le piante danno i primi frutti 3-4 anni dopo la messa a dimora. 

L'albicocco non tollera potature drastiche, sia nella fase giovanile sia nella fase adulta. Anche la potatura di produzione viene quindi limitata a un semplice diradamento dei rametti dell'anno precedente, all'eliminazione dei rami secchi o danneggiati. 

Si deve tenere infatti presente che la fioritura avviene soprattutto sui "dardi a mazzetto" ( rametti brevi provvisti sia di gemme a fiore sia di gemme a legno.), che vanno quindi lasciati il più possibile indisturbati. 

Moltiplicazione: l'albicocco si moltiplica per seme soltanto nel caso in cui si desiderino produrre dei portinnesti, sui quali innestare le varietà. La moltiplicazione vera e propria si effettua, quindi, per innesto delle varietà sul franco (pianta di albicocco ottenuta generalmente dal seme), sul susino, sul mandorlo e sul pesco. 

Esposizione: l'albicocco richiede posizioni in pieno sole, anche se i frutti più grandi si hanno sui rami ombreggiati; è necessaria una buona protezione dai venti freddi, che potrebbero danneggiare i fiori e, di conseguenza, la produzione dei frutti.

Temperatura: l'albicocco è una pianta molto resistente sia alle temperature basse sia a quelle alte. 

Annaffiatura: l'annaffiatura è necessaria solo per le piante giovani nei periodi di siccità, a cui le piante adulte sono invece notevolmente resistenti. 

wikipedia

 Malattie e parassiti

1-Coryneum, provoca macchie rossastre sulle foglie e piccoli fori sul lembo. Combattere asportando le parti colpite e con trattamenti (meglio se preventivi) con anticrittogamici.

2-Moniliosi, colpisce fiori e rametti, che disseccano. I frutti si trasformano in mummie. Combattere asportando le parti colpite e con trattamenti (meglio se preventivi) con anticrittogamici. 

3-Tumori radicali, escrescenze sulle radici, le piante possono morire. 

Parassiti:  

1- Tignola del pesco che attacca sia i rametti sia i frutti, eliminare i germogli attaccati e trattare con insetticidi fosforganici o a base di diazinone.