Geranio edera della Famiglia delle Geraniacee. Origini: Africa meridionale
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Pelargonium peltatum.
Il geranio edera è una specie tra le più conosciute, che si addice alla coltivazione in vasi e fioriere da balcone e da finestra grazie al suo portamento ricadente ed alla fioritura durevole e abbondante; venne introdotto in Europa all'inizio del XVIII secolo.
Dall'incrocio tra P. peltaturn e P.zonale si sono ottenute varietà semiedera con caratteristiche generali simili al geranio edera, ma con portamento più compatto.
Le varietà di geraní edera e semiedera possono avere fiori semplici, doppi o semidoppi. Fra i primi: Balcon Imperial e Decora Imperial, a fiore rosso,
Balcon Rosa, Balcon Lilla, Decora Lilla, nei rispettivi colori. Fra i secondi: Amethyst, lilla scuro; Bella di Grenchen, rosso scarlatto. Fra i semidoppi si trovano: Bella Donna, rosa; Lambada, rosa intenso; Luna, bianco. Le varietà più resistenti alla pioggia (e più fiorifere) sono quelle a fiore semplice. Le varietà a fiore doppio sono molto belle ma generalmente la quantità e la frequenza dei fiori prodotti è inferiore.
Esposizione: soleggiata. Durante il periodo invernale al chiuso collocare in luogo scarsamente illuminato.
Temperatura: il geranio edera si porta all'aperto intorno al 15 maggio, dal momento che le gelate tardive potrebbero "bruciare" le foglie, e si ricovera nuovamente al chiuso alla metà di ottobre, in locale freddo, ma riparato del gelo. È molto resistente al caldo e alla siccità.
Innaffiature: abbondanti in estatee per tutto il periodo della fioritura. Durante l'inverno, quando la pianta è ricoverata al chiuso, si innaffia una volta al mese con moderazione.
Riproduzione Poiché moltissime varietà non producono semi, la pratica più comune è quella della talea. Si prelevano in estate getti apicali lunghi 8-10 cm e si fanno radicare in gruppi di 3-4 (per avere piante accestite più velocemente) in torba e sabbia in parti uguali e tenuti costantemente umidi. Dopo la radicazione, rinvasare e cimare per favorire i getti laterali. Le nuove piantine fioriranno dopo 3-4 mesi. Innaffiare regolarmente. La ripresa è sicura in terreno leggero addizionato di torba e sabbia fine.
Coltivazione Il geranio edera trova il suo impiego ottimale come pianta ricadente in vaso su finestre, balconi e terrazzi. Possono anche essere utilizzati tutori per coltivare le piante a forma di piramide. La messa a dimora si effettua in maggio in un substrato ben drenato composto da 2/3 di terra da giardino e 1/3 di torba o terriccio di foglie concimato con 30 g di fertilizzante ternario bilanciato per decalitro di terra.
In primavera-estate, una volta la settimana, aggiungere all'acqua di irrigazione 10 g di concime complesso per decalitro. Nelle regioni a clima mite i gerani possono essere tenuti sempre all'aperto riducendo concimazioni e annaffiature. Nelle regioni a inverno freddo i gerani devono essere riparati,
durante la stagione fredda, in ambienti freschi e asciutti. Possono essere conservati anche con il solo pane di terra in cassette di legno uno accanto all'altro, dopo averli ripuliti dei fiori e delle foglie secche.
In marzo-aprile si riportano all'esterno. Sia per questi ultimi sia per i gerani tenuti all'aperto, alla ripresa vegetativa, in marzo-aprile, effettuare una spuntatura, anche energica, dei rami.
La fioritura avviene da luglio a ottobre; i fiori formano numerose ombrelle fitte di vari colori, dalle varie tonalità di rosa al rosso e al violetto. Esiste una notevole gamma di cultivar con fiori semplici e doppi.
Malattie e parassiti Con ristagni d'acqua o umidità troppo elevata i gerani edera vengono spesso attaccati, soprattutto in primavera, da funghi che provocano muffa grigia, ruggine e marciumi alle radici: sospendere temporaneamente le annaffiature e trattare con fungicidi. Tra i parassiti animali ci sono afidi e acari, che causano ingiallimenti e defogliazioni. Combattere con aficidi e acaricidi.
Consigli per l'acquisto. Scegliere piante sane, con foglie integre; gli internodi (distanza sul fusto tra una foglia e l'altra) non devono essere troppo lunghi.
Giglio (Lilium) della famiglia Liliaceae, diffuso in Europa, Asia e Nord America
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Genere di 80 specie di piante perenni, bulbose, prevalentemente
rustiche, diffuse allo stato spontaneo nelle zone temperate
dell'emisfero settentrionale. Sono piante molto diffuse; oltre alle
specie, esistono una grande quantità di ibridi.
Il bulbo dei gigli è
formato da tuniche, o catafilli, che sono foglie trasformate, nelle
quali si accumulano sostanze di riserva. In alcune specie le foglie sono
lineari, graminiformi, dense, disposte lungo tutto il fusto, in altre
sono ovali-lanceolate o lanceolate, distanziate tra loro e riunite in
verticilli.
Il fiore tipico del giglio è formato da 6 tepali grandi,
simili tra loro, e presenta 6 stami, spesso molto evidenti. Vasta è la
gamma dei colori, eccettuato l'azzurro; molto varie sono anche le
dimensioni e le forme: alcuni gigli hanno fiori larghi 2,5 cm, con
tepali retroflessi e arrotolati, altri hanno fiori imbutiformi o
tondeggianti, larghi fino a 25 cm: I fiori sono riuniti in infiorescenze
terminali rade; sono spesso profumati, ma alcune specie emanano un
odore sgradevole.
I gigli si piantano in ottobre o in marzo, all'aperto; quelli che
radicano solo dalla parte inferiore del fusto, si piantano in autunno.
Durante la conservazione, i bulbi possono raggrinzire; prima di
piantarli si consiglia quindi di tenerli per qualche tempo in torba
umida.
Si piantano preferibilmente in posizioni esposte a sud,
leggermente in pendenza, al riparo dai venti. La maggior parte dei gigli
si coltivano in qualsiasi terreno da giardino ben drenato; alcune
specie tollerano i terreni calcarei, altre non crescono dove esiste
anche solo qualche traccia di calcare.
Per la coltivazione di gigli in
vaso, i bulbi si piantano in autunno, in vasi di 15- 20 cm, o in gruppi
di 3 in vasi di 25 cm, riempiti con la composta da vasi John Innes n° 1
o con un miscuglio formato da 2 parti di letame maturo, 2 parti di
terriccio e 1 parte di sabbia grossolana.
Dopo l'invasatura, si tengono i
gigli in un ambiente fresco, per favorire una buona radicazione;
successivamente, si interrrano i vasi all'aperto, ricoprendoli di
cenere, oppure si mettono in cantina, o comunque in un ambiente buio e
ben aerato. Quando cominciano a spuntare i germogli, si riportano le
piante alla luce; Dopo la fioritura, si interrrano i vasi all'aperto, in
posizioni ombreggiate, fino a quando la pianta secca, annaffiando
frequentemente per evitare che secchino anche i bulbi;
Quando si sono formati i boccioli, si somministra un concime liquido
ogni 10-15 giorni; appena cominciano ad aprirsi, si sospende la
concimazione.
Molti gigli si moltiplicano naturalmente, producendo 2 o più bulbi ogni
anno. Le piante troppo dense si dividono ogni 3-4 anni, in ottobre o in
marzo, e i nuovi bulbi si ripiantano. La maggior parte dei gigli produce
semi; Si semina generalmente in settembre, ottobre, in cassette
profonde 15.25 cm.
Malattie e parassiti I nemici principali dei gigli sono alcuni virus che attaccano le piante provocando rosette (getti apicali trasformati), deformazioni fogliari, mosaici e mancate fioriture. Non esiste alcuna cura e, se attaccate, le piante vanno distrutte per evitare che i virus possano propagarsi ad altri esemplari.
Tra i funghi (eliminabili con appositi fungicidi) bisogna fare attenzione alla Botrytis elliptica che provoca macchie grigiastre sulle foglie facendole successivamente seccare, provoca l'aborto dei fiori e la deformazione dei petali: si può combattere con un fungicida antibotritico.
Altro pericolo può venire dal Fusarium oxysporum che provoca il distacco delle scaglie dei bulbi, danni alle foglie e aborto dei fiori.
È, invece, un batterio, l'Erwinia carotovora, a provocare il marciume con cattivo odore dei bulbi: poiché è piuttosto difficile da sconfiggere, è opportuno esaminare i bulbi al momento dell'acquisto. I gigli sono attaccati anche da parassiti come i tripidi, gli acari e i nematodi, eliminabili con appositi prodotti antiparassitari.
Consigli per l'acquisto: I bulbi dovrebbero essere di buone dimensioni, ben formati e, per evitare che si raggrinziscano, vanno conservati in torba o segatura umida. Per quanto riguarda le piante in vaso, i fiori devono essere ancora in gran parte chiusi, ma il bocciolo deve già mostrare un po' di colore.
Gerbera jamesonii della Famiglia delle Composite o Asteracee. Origine: Africa meridionale
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Le due specie più conosciute, a partire dalle quali sono state prodotte tutte le cultivar più diffuse in commercio, sono Gerbera jamesonii e Gerbera viridifolia. La pianta con le sole foglie è poco ornamentale. Le foglie, in folta rosetta basale, sono lanceolate, talora molto incise e frastagliate, di color verde intenso.
I fiori sono stupendi e molto decorativi, eretti, simili a grosse margherite dai folti petali (fino a 10-12 cm di diametro) alla sommità di un lungo fusticino cilindrico privo di foglie; hanno colori vivaci e sgargianti dal giallo aranciato al rosso scarlatto, in tutte le sfumature intermedie della scala cromatica.
La gerbera può essere colpita da varie malattie crittogamiche (septoriosi, fusariosi, verticilliosi) che vanno combattute con uno dei prodotti fungicidi in commercio. Viene attaccata anche dagli aleurodi (farfalline bianche) e dai ragnetti rossi.
Esposizione: in inverno vuole molta luce, ma deve stare al riparo, nei periodi più caldi, dall'insolazione diretta che danneggerebbe irrimediabilmente le piante.
Innaffiature: deboli in inverno e abbondanti in estate, senza mai mettere a bagno la pianta. Si faccia attenzione all'eccesso di innaffiature perché la pianta tende a marcire.
Terreno: necessita di terreno molto ricco, permeabile, sabbioso, con aggiunta di terriccio grasso o di fertilizzante.
Coltivazione: non è una pianta rustica ed è molto sensibile e vulnerabile al freddo. Viene abitualmente coltivata in serra, tranne che nei paesi del sud, e durante la stagione invernale va sempre attentamente riparata, al limite coprendola semplicemente di foglie secche.
Riproduzione La propagazione si effettua in marzo-aprile per divisione dei cespi. Si utilizzano in particolare i germogli laterali che, staccati dal cespo principale, si piantano in piccoli vasi. Quando i germogli avranno emesso nuove foglioline e riempito con le loro radici il contenitore, si potranno collocare le giovani piantine in vasi più grandi o direttamente in giardino. In febbraio-marzo si può anche seminare: si raccolgono i semi maturati in estate, si pongono in cassette con terriccio a base di torba e sabbia e si ricoprono leggermente. Le semine vanno mantenute a una temperatura minima di 18°C. Quando le piantine sono abbastanza grandi da poter essere maneggiate, si trasferiscono in vasi di 8-10 cm e poi si piantano in vasi di 14-20 cm o all'aperto. Le piante ottenute da seme non mantengono le caratteristiche della specie.
Malattie e parassiti:
Marciumi al colletto delle piante, che si prevengono curando le annaffiature e migliorando il drenaggio del terreno, possono essere provocati da diversi funghi e principalmente da Phytophthora e Rhizoctonia, e sono favoriti da ristagni di acqua alla base delle piante.
La muffa grigia (Botrytis cinerea) provoca dapprima macchioline scure sui petali dei fiori, poi marciumi di fiori e foglie; è favorita da condizioni di elevata umidità ambientale e si cura trattando la pianta con appositi antibotritici (non applicare i fitofarmaci sui fiori per evitare di macchiarli) e aumentando la ventilazione. Durante il periodo estivo, con le temperature elevate, si possono verificare
attacchi di mal bianco (oidio), che forma il caratteristico feltro biancastro sia sui lembi delle foglie sia sui piccioli dei fiori; si controlla con appositi prodotti fungicidi o con applicazioni di zolfo. Le punture di acari e aleurodidi provocano deperimenti e ingiallimenti: si trattano con appositi insetticidi.
Consigi per l'acquisto:
La Gerbera si acquista in vaso presso i centri specializzati di vendita e nei garden centre, nel periodo
primaverile. Scegliere piante che non presentino attacchi di parassiti. Ogni pianta dovrebbe avere almeno 3-4 fiori ben sviluppati e altrettanti boccioli pronti a schiudersi.
Genere Guzmania della Famiglia delle Bromeliacee. Origini: Antille e America del Sud
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Il Genere comprendente 110 specie di piante perenni, sempreverdi, da serra o da appartamento, originarie delle Antille e dell'America Meridionale. Prevalentemente epifite, formano una rosetta di foglie lineari e lucide, che trattiene l'acqua. Sono di dimensioni variabili: il diametro va infatti dai 20 cm delle specie più piccole a oltre 1 m. Le brattee fiorali, di colore brillante (arancio, rosso, ecc.), durano per diversi mesi, mentre i fiori, tubulosi, bianchi o gialli, sono poco duraturi.
Specie e varietà:
Guzmania cardinalis ha foglie verde scuro e infiorescenze rosso brillante con brattee ricurve scarlatte, gialle sulla pagina inferiore.
Guzmania devansayana ha foglie che raggiungono i 60 cm di lunghezza, rigate di rosso scuro; i fiori
sono bianchi e le brattee di un bel rosso vivo;
Guzmania lindernii ha foglie verdi sulla parte superiore e rosse su quella inferiore; i fiori sono bianchi. Guzmania lingulata ha foglie verdi sulla pagina superiore e rossastre su quella inferiore e fiori bianchi circondati da brattee rosso vivo.
Guzmania monostachya, nota anche come Guzmania tricolor, è alta 40 cm caratterizzata da foglie strette che formano una rosetta larga 8-9 cm. I fiori, bianchi, sono riuniti in una spiga cilindrica portata da un fusto coperto di brattee verdi, vermiglie all'apice.
Guzmania sanguinea ha foglie lanceolate, ricurve verso l'esterno, soffuse di rosso e giallo, che formano una rosetta compatta, con una infiorescenza centrale composta da fiori tubulosi, bianchi o giallo chiaro,
lunghi 7 cm.
Coltivazione: le guzmania necessitano di ambiente caldo e molto umido per poter crescere bene. Si piantano in primavera in un miscuglio di sabbia grossolana, terriccio di foglie e osmunda in parti ugua-
li, in posizioni parzialmente ombreggiate. Le guzmania reagiscono bene ai concimi organici.
Rinvasatura. Rinvasare in primavera in un vaso poco più grande del precedente utilizzando un terriccio composto di terra, di foglie e torba grossolana con ph 5,5-6. Riempire tutti gli spazi tra zolla e vaso senza comprimere eccessivamente. Il substrato deve rimanere ben aerato.
Pulizia. Occorre effettuare una pulizia ricorrente delle foglie con un panno leggermente inumidito. Le eventuali foglie secche devono essere recise in prossimità del punto di attacco.
Riproduzione: si lasciano i germogli basali attaccati alla pianta fin quando hanno radicato. In aprile si staccano e si invasano in contenitori riempiti con un composto acido, molto soffice, che permetta una
buona aerazione. Le piante fioriscono non prima di 2-3 anni.
L'annaffiatura deve essere abbondante durante la stagione più calda e deve essere ridotta al minimo durante l'inverno. In quest'ultimo periodo è sufficiente mantenere il terriccio del vaso leggermente umido. La Guzmania si può anche annaffiare riempiendo di acqua la rosetta formata dalle foglie della pianta, ma è sconsigliabile mantenerla sempre riempita d'acqua. Le bagnature effettuate con acqua troppo fredda possono provocare ustioni sulle foglie; l'ideale per queste piante è un'acqua povera di calcio: ottima quella piovana.
Malattie e parassiti
Marciumi delle foglie a partire dalla zona della rosetta possono essere provocati dal fungo Phytophthora cinnamomi. La malattia è favorita da temperature elevate; occorre evitare gli eccessi di umidità e trattare la pianta con appositi fungicidi. Danni all'apparato radicale possono essere arrecati dagli afidi delle radici: la loro azione è notevolmente contrastata se il terriccio viene mantenuto sempre leggermente umido, oppure effettuando un trattamento per annaffiatura con appositi aficidi. L'imbrunimento delle foglie indica marciumi alle radici, dovuti ad annaffiature eccessive: ridurre le annaffiature bagnando solo la rosetta formata dalle foglie.
Guida per l'acquisto.Le piante di Guzmania si trovano durante tutti i periodi dell'anno. Un buon indice
della qualità delle piante è sicuramente la brillantezza e l'intensità del colore delle foglie e delle brattee
fiorali.
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