E s’aprono i fiori notturni, nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi: là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala. Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s’esala l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala; brilla al primo piano: s’è spento . . .
È l’alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta, non so che felicità nuova.


(Giovanni Pascoli)

Alberi da frutto: Il Pero, nome scientifico Pyrus della famiglia delle Rosaceae

Il pero è una pianta arborea da frutto di grande importanza, largamente coltivata in varie regioni italiane. Non si conosce con esattezza la zona dalla quale proviene questa specie; comunque, si ritiene che essa sia orginaria dell'Asia centro-occidentale. 

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Nome scientifico Pyrus della famiglia delle Rosaceae. Al genere Pyrus appartengono una ventina di specie di arbusti e alberi, perlopiù a foglie decidue, che possono raggiungere l'altezza di 15 m. Vi sono specie da frutto commestibile e specie ornamentali. 

Fra le specie da frutto più utilizzata è Pyrus communis. E' un albero con corteccia bruno-nerastra, rugosa e fessurata. Le foglie sono dure, ovali , acuminate; in autunno assumono spesso tonalità rossastre. I frutti hanno forma più o meno allungata, con polpa succosa, di diversi colori nelle tonalità del giallo e del ruggine. 

Le varietà coltivate di pero possono essere distinte fra loro in base a vari criteri; fra questi sono molto importanti la destinazione del prodotto e l'epoca di maturazione. In base al primo si possono ripartire in vari gruppi: da tavola da cuocere, da marmellate e da sidro. 

In Italia le varità da tavola sono quelle maggiormente coltivate, mentre hanno scarsa importanza quelle delle altre categorie. 

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Coltivazione: il pero viene coltivato in piena terra. Alcune varietà nane possono essere coltivate all'esterno anche in vaso. Si mette a dimora in autunno o a fine inverno (in terreni freddi e umidi). E' necessario preparare bene il terreno scavando buche profonde una trentina di centimetri e larghe una cinquatina, con un'abbondante concimazione, sia organica (20-40 kg per pianta, secondo le dimensioni, di letame ben maturo) sia minerale con fertilizzanti ternari complessi (100-300 g per pianta).

Il pero non ha particolari esigenze di terreno, pur preferendo quelli freschi, di medio impasto con pH (acidità del terreno) compreso tra 5,5 e 6,5. Ogni 2 anni ripetere la concimazione organica in virtù di 20-30 kg per pianta e ogni anno quella minerale in virtù di 300-500 g per pianta. 

Il terriccio per il vaso deve esere composto da 2/3 di terra fertile e 1/3 di torba concimato con 500 g di sostanza organica e 20 g di concime complesso per decalitro di terra; in primavera-estate, ogni 30-40 giorni, aggiungere all'acqua di irrigazione 10-20 g di concime complesso per decalitro. 

La potatura si effettua solo se la pianta viene coltivata in una forma particolare (vaso, piramide, palmetta, fuso ecc..); per le specie da frutto viene eseguita la potatura di produzione. 


Esposizione: il pero preferisce un'esposizione in pieno sole, possibilmente in posizione protetta dai venti freddi.

Temperatura: pur essendo  una pianta tendenzialmente resistente, può essere danneggiata da gelate invernali particolarmente intense e prolungate e da temperature estive eccessive. 

Annaffiatura: il pero vuole sempre una discreta umidità del terreno: si interviene quindi nei periodo di siccità e particolarmente per le piante giovani dopo la messa a dimora. Nei terreni più sciolti è opportuno effettuare una buona pacciamatura con paglia, foglie o altro materiale per trattenere l'umidità del terreno. 

Rinvasatura: la si effettua in primavera, ogni 2-3 anni, fino ad arrivare a vasi di 30-40 cm di diametro; poi si sostituisce solo il terriccio superficiale. 

Moltiplicazione: la semina viene utilizzata in primavera solo per la produzione di piantine da innestare (franco). Per le varietà si utilizza l'innesto a gemma dormiente, in luglio, lo stesso anno in cui è stato seminato il portainnesto oppure l'anno dopo. Oltre al franco, viene utilizzato come portainnesto anche il cotogno. 


Malattie e parassiti. 

1- la cocciniglia di San Josè sottrae sostanze nutritive incrostandosi sui rami e formando macchie circolari anche su foglie e frutti: combattere con oli attivati in inverno e con oli bianchi in estate. 

2- il capside dei fruttiferi provoca sui frutti dapprima macchie rossastre, poi pustole dure; eliminare i frutti colpiti e prevenire trattando le gemme prima dell'apertura con appositi insetticidi. 

3- le larve della cecidomia delle perine attaccano i frutti in formazione, provocando ingrossamenti, imbrunimenti e caduta: eliminare i frutti colpiti.

4- le larve della falena invernale dei fruttiferi rodono le foglie provocandone la caduta: combattere ponendo sul tronco anelli vischiosi che si trovano già pronti in commerico. 

5- Il ragnetto rosso dei fruttiferi punge le foglie che imbruniscono , seccano e cadono: combattere con acaricidi. 

6- le larve della tentredine delle piccole pere attaccano i frutti ancora piccoli, che devono essere eliminati: prevenire trattando con esteri fosforici quando i fiori sono in boccio

7-Le larve del verme delle mele attaccano i frutti che si deformano e marciscono : trattare con insetticidi a base di esteri fosforici. 

Tra le malattie crittogamiche: 

1-Il cancro provocato da Nectria galligena causa macchie brune sui rami che poi diventano cave: asportare i rami più compromessi e disinfettare le ferite con fungicidi: 

2- La ticchiolatura del pero provoca macchie sui rami, che si gonfiano e poi si screpolano, e su foglie e frutti: eliminare le parti colpite e trattare con prodotti a base di rame o di ditiocarbammati.

3-la septoriosi del pero provoca la coparsa di piccole macchie brunastre sulle foglie, che seccano e cadono: combattere con prodotti a base di rame. 

4- la litiasi virotica rende i frutti colpiti bitorzoluti, con zone dure e amare: eliminare  i frutti colpiti; può essere necessario reinnestare la pianta. 

5- la clorosi ferrica si presenta con ingiallimento delle foglie, è indice di pH inadatto e va controllata con chelati di ferro e ammendando il terreno.


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