E s’aprono i fiori notturni, nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi: là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi, come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala. Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s’esala l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala; brilla al primo piano: s’è spento . . .
È l’alba: si chiudono i petali un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta, non so che felicità nuova.


(Giovanni Pascoli)

Alberi da frutto: L'Albicocco, nome scientifico Prunus armeniaca della famiglia delle Rosaceae, origine Cina

L'Albicocco o Prunus armeniaca, originario della Cina, è una pianta molto diffusa in Italia e produce frutti molto profumati e di sapore delicato.

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L'Albicocco è una specie rustica, ma, dato che fiorisce molto presto, ai primi di marzo, non si adatta molto bene alle zone in cui si verificano frequentemente gelate tardive, che possono danneggiare i fiori e far diminuire, di conseguenza, la produzione di frutti.  

L'albicocco fa parte del vastissimo genere Prunus che comprende oltre 430 specie di alberi e arbusti solitamente a foglie decidue. Viene coltivato soprattutto come pianta da frutto, ma è molto apprezzato anche per la sua bella fioritura primaverile. 

L'Albicocco è un piccolo albero con tronco robusto e corteccia bruno-nerastra; i rami sono disposti irregolarmente, ma nel complesso la chioma è tondeggiante. Ha foglie decidue da rotonde a ovali, a margine seghettato e punta acuminata, coriacee, color verde lucido, portate su un lungo picciolo. 

I fiori, a 5 petali, bianchi o rosati, sbocciano a fine febbraio inizio marzo su rami ancora spogli. I frutti sono drupe (frutti carnosi con seme legnoso) vellutate, giallo-arancio, da globose a oblunghe, solcate in senso longitudinale, con polpa spicca (che si stacca cioè dal nocciolo). 

L'epoca di maturazione dei frutti varia, a seconda delle varietà, da maggio a luglio. Sono numerose le varietà coltivate, che variano per forma e dimensione dei frutti e per il periodo di maturazione. 

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Coltivazione: l'albicocco si coltiva in piena terra. Le piantine innestate di albicocco si mettono a dimora in inverno; in regioni a clima invernale freddo richiedono posizioni protette dai venti. Non hanno particolari esigenze per quanto riguarda il terreno, tollerano anche quelli asciutti e calcarei, da concimare con 30-50 kg/mq di sostanza organica. Le piante danno i primi frutti 3-4 anni dopo la messa a dimora. 

L'albicocco non tollera potature drastiche, sia nella fase giovanile sia nella fase adulta. Anche la potatura di produzione viene quindi limitata a un semplice diradamento dei rametti dell'anno precedente, all'eliminazione dei rami secchi o danneggiati. 

Si deve tenere infatti presente che la fioritura avviene soprattutto sui "dardi a mazzetto" ( rametti brevi provvisti sia di gemme a fiore sia di gemme a legno.), che vanno quindi lasciati il più possibile indisturbati. 

Moltiplicazione: l'albicocco si moltiplica per seme soltanto nel caso in cui si desiderino produrre dei portinnesti, sui quali innestare le varietà. La moltiplicazione vera e propria si effettua, quindi, per innesto delle varietà sul franco (pianta di albicocco ottenuta generalmente dal seme), sul susino, sul mandorlo e sul pesco. 

Esposizione: l'albicocco richiede posizioni in pieno sole, anche se i frutti più grandi si hanno sui rami ombreggiati; è necessaria una buona protezione dai venti freddi, che potrebbero danneggiare i fiori e, di conseguenza, la produzione dei frutti.

Temperatura: l'albicocco è una pianta molto resistente sia alle temperature basse sia a quelle alte. 

Annaffiatura: l'annaffiatura è necessaria solo per le piante giovani nei periodi di siccità, a cui le piante adulte sono invece notevolmente resistenti. 

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 Malattie e parassiti

1-Coryneum, provoca macchie rossastre sulle foglie e piccoli fori sul lembo. Combattere asportando le parti colpite e con trattamenti (meglio se preventivi) con anticrittogamici.

2-Moniliosi, colpisce fiori e rametti, che disseccano. I frutti si trasformano in mummie. Combattere asportando le parti colpite e con trattamenti (meglio se preventivi) con anticrittogamici. 

3-Tumori radicali, escrescenze sulle radici, le piante possono morire. 

Parassiti:  

1- Tignola del pesco che attacca sia i rametti sia i frutti, eliminare i germogli attaccati e trattare con insetticidi fosforganici o a base di diazinone.


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