Il pesco è una pianta arborea originaria della Cina, coltivata per i frutti e molto diffusa nel nostro Paese.
Il pesco ha un'altezza di 4-8 m, e il diametro della chioma è di 4-7 m, la distanza tra le piante deve essere di circa 4-7 m in tutte le direzioni, variabile a seconda del tipo di portinnesto e di forma dell'allevamento adottati.
Il Pesco è un albero con apparato radicale piuttosto superficiale. Il fusto è contorto, la chioma tondeggiante. Le foglie sono lanceolate, a margini seghettati, verde vivo sulla pagina superiore e grigio-verdi inferiormente. I fiori, isolati, rosa, raramente bianchi o rosa-porpora, sbocciano in primavera sui rami di un anno.
Il frutto è una drupa tondeggiante, con epicarpo (buccia) tomentoso, mesocarpo polposo, bianco o giallo, ed endocarpo legnoso, aderente alla polpa o spiccagnolo (che si stacca facilmente). Esternamente il frutto si presenta di colore variabile: rosa o giallo, più o meno intensi. I frutti maturano in estate.
Coltivazione: Il pesco è coltivato in esterno soprattutto come pianta da frutto. Cresce bene nei terreni fertili, profondi, di medio impasto o leggermente sciolti , ben drenati. Per i terreni sabbiosi è indispensabile una buona concimazione. Non tollera invece i terreni calcarei, quelli argillosi e pesanti.
La messa a dimora si effettua in autunno o a fine dell'inverno. All'impianto è bene effettuare una buona concimazione di base, sia organica (letame) nella dose di 10-30 kg/mq sia minerale con concimi ad alto contenuto di potassio nella dose di 50 g/mq.
Durante il periodo vegetativo si effettuano ogni 30 giorni circa, concimazioni con prodotti ternari (20-30 g/mq), variando il rapporto tra gli elementi in base al periodo dell'anno: in primavera utilizzare un concime azotato e in estate-autunno un concime ricco di potassio e fosforo. Per la coltivazione del pesco come pianta ornamentale non è necessaria la potatura.
Esposizione: il pesco richiede molta luce, quindi va collocata in pieno sole.
Temperatura: il pesco non tollera temperature invernali molto basse, a -20-25°C si verificano danni agli organi legnosi, mentre già a -12-15°C si hanno danni alle gemme, che vanno perdute, ma necessita di un certo numero di ore di freddo invernale (da 400 a 800 ore a -7°C) per superare il periodo di riposo. Sono da temere le gelate primaverili, vista la precocità della fioritura: i fiori cadono e di conseguenza non si formano i frutti.
Annaffiatura: Il pesco, pur essendo piuttosto resistente alla siccità, vive meglio nei terreni freschi e leggermente umidi: quindi nei periodi più caldi intervenire con abbondanti annaffiature.
Moltiplicazione: il metodo più
utilizzato per la propagazione del pesco è l'innesto a "gemma dormiente"
(quello che si effettua d'estate). Si innesta in agosto-settembre
utilizzando piantine ottenute dalla semina in primavera nello stesso
anno. Per ottenere buone probabilità di attecchimento e piante vigorose è
importante la scelta del portinnesto: si utilizza soprattutto il
"franco" (piantine ottenute da seme) e poi alcuni ibridi tra Prunus
persica e prunus davidiana, il mandorlo e il susino.
Parassiti animali:
1- Afide farinoso del pesco e del susino: i rami e la pagina inferiore delle foglie vengono ricoperte da una cera farinosa, biancastra e da sostanze zuccherine, appiccicaticce; le foglie seccano e i frutti non si sviluppano e cadono
2-Afide verde del pesco: con le sue punture provoca la formazione di bollosità sulle foglie, che seccano e cadono.
3- Cocciniglia di San Josè: forma incrostazioni sui rami; nel caso di attacchi gravi, vengono infestate anche le foglie; i frutti sono danneggiati raramente
4- Cocciniglia bianca del gelso e del pesco: forma incrostazioni sul tronco e sui rami; le piante deperiscono notevolmente, i rami disseccano e la produzione si riduce.
5- Mosca mediterranea della frutta e degli agrumi: le larve si sviluppano all'interno dei frutti che marciscono e cadono.
6- Tignola orientale del pesco: le larve, nella prima generazione, attaccano i germogli facendoli seccare e, nelle successive generazioni, scavano gallerie all'interno dei frutti, penetrando anche nell'endocarpo e rodendo persino il seme.
7- Tignola del pesco: compare prima della Tignola orientale, e danneggia soprattutto i giovani germogli
8- Ragnetto rosso dei fruttiferi: danneggia le foglie, che diventano grigioscure, seccano e cadono
9- Tripidi: colpiscono solo alcune varietà di pesco (nettarine), provocando deformazioni dei frutticini.
Parassiti vegetali:
1- Mal della bolla: è caratterizzato da bollosità e da deformazioni di colore rossastro sulle foglie
2- Corineo: formazione di macchie brunastre sui giovani germogli e sulle foglie; i germogli seccano e sulle foglie si presentano numerosi fori; i frutti cadono prematuramente.
3- Mummificazione delle pesche: determina l'imbrunimento dei fiori e il disseccamento dei rametti che li portano; i frutti marciscono e si mummificano
4- Oidio del pesco: i germogli giovani si coprono di macchie biancastre; sui frutti si formano macchie chiare, che successivamente imbruniscono.
5- Cancro rameale: sviluppo di cancri, con disseccamento delle gemme e dei rametti e fuoriuscita di gomma.
6- Mal del piombo: l'apparato fogliare assume un colore plumbeo; i tronchi sezionati presentano all'interno un imbrunimento.
Fisiopatie - Clorosi: comparsa di ingiallimento diffuso su foglie con riduzione dell'attività vegetativa e della produzione.