La Camelia è un arbusto o anche albero sempreverde della famiglia delle teacee, originario della Cina e del Giappone. E' una pianta dai 1000 agli 8000 anni di vita e di lentissima crescita. Impegna 3 anni per raggiungere i 30 cm di altezza, 25 anni per arrivare a 3,5 metri e 300 anni per arrivare a 15 metri. E' molto ramosa ed ha foglie ovato-acute, coriacee, di colore verde lucido superiormente e verde cenere inferiormente. Per la bellezza ordinata e per la delicatezza del profumo dei suoi fiori è il simbolo della bellezza senza pretese.
Si coltiva in vaso per l'ornamento degli appartamenti. La storia ci ricorda che nel 1700 un navigatore inglese acquistò a caro prezzo in Cina una pianta di "camellia sinènsis", che è la comune pianta da thè. Il venditore cinese, per non fare uscire dalla sua nazione la pianta preziosa, gli consegnò la camelia da fiore. E gli inglesi poterono avere la camelia da thè soltanto nel 1768. Quando la Camelia da fiore incominciò ad entrare nei mercati, costava moltissimo, nel 1840 due sole piante furono comprate per 4000 franchi. Dopo qualche anno costavano pochissimo, come un qualsiasi altro arbusto da fiore.
Quasi tutte le specie fioriscono tra gennaio e maggio e fanno fiori doppi o doppissimi, molto regolari, di vari colori, ma specialmente bianchi, rosa e rossi.
Vuole una posizione di mezz'ombra, una buona protezione dai venti, frequenti e abbondanti innaffiature anche sulle foglie (purchè la pianta non porti boccioli o fiori). Dette innaffiature vanno date sempre due ore dopo il tramonto del sole, oppure la mattina prima dell'alba. La Camelia preferisce l'umidità dell'atmosfera, ma non nelle radici, perciò è bene tenerla o nei lavatoi, o vicino a laghetti e corsi d'acqua, o sopra un graticcio posto su un recipiente pieno di acqua. Per evitare l'umidità alle radici, bisogna mettere un'ottimo drenaggio tanto se è coltivata in piena terra, quanto se è coltivata in vaso, in modo che l'acqua delle innaffiature non ristagni.
In tutta l'Italia la Camelia può svernare all'aperto, perchè non teme il freddo. La terra su cui preferisce vegetare è quella acida, cioè senza calcio. Il terriccio migliore è un miscuglio di: 1 parte di torba, 1 parte di terriccio di foglie ben decomposte, 1 parte di terra d'erica e 1 parte di sabbia finissima di fiume. Può coltivarsi anche in sola terra di castagno.
Non vuole concimazioni, né cambiamento di terra. Si può moltiplicare per semina, da settembre a ottobre con seme appena maturo, in torba e sabbia. Ma essendo un processo troppo lungo ordinariamente si moltiplica per margotta in primavera, o per talea di rametti semilegnosi in giugno o luglio. Il rametto è semilegnoso se piegandolo si spacca la corteccia, se invece, piegandolo, si rompe insieme alla corteccia, senza che questa si spacchi, il rametto è già legnoso e non è più buono per le talee. Si può moltiplicare anche per innesto a spacco o a scudetto in primavera, prendendo per portainnesto piante robuste a fiori non molto belli e la marza o lo scudetto dalla qualità voluta.