Nome scientifico Achillea della famiglia delle Compositae, origine emisfero settentrionale. Le 200 specie del genere Achillea sono piante erbacee perenni, resistenti. Fanno spesso parte della flora dei prati montani e delle zone rocciose e ghiaiose. La fioritura è estiva.
La coltivazione
Si coltiva in esterno, aiuola, nelle bordure o per giardino roccioso, a gruppi o insieme ad altre piante perenni. Le varietà più alte possono essere coltivate per fiore reciso. Hanno esigenze limitate nei riguardi del terreno che però deve essere ben drenato ed esposto al sole. Se il terreno non è fertile, in primavera, aggiungere all'acqua di irrigazione, ogni 30-40 giorni, un concime complesso nella dose di 15 g per decalitro. La distanza d'impianto varia da 25 cm per le specie basse a 50-60 cm per le più sviluppate.
Le achillee prediligono una esposizione in pieno sole e quasi tutte le specie sono resistenti sia alle alte sia alle basse temperature. Si annaffiano al momento dell'impianto, poi è sufficiente qualche intervento nelle giornate ventose e quando perdura la siccità. Quando sono presenti, eliminare le infiorescenze sfiorite e le parti danneggiate.
La moltiplicazione.
Si effettua la divisione dei cespi in primavera, mettendo le piante direttamente a dimora. La semina si effettua in primavera in contenitori coperti con vetro o plastica ponendo le piantine, appena sono maneggiabili, in cassette con terriccio sciolto, concimato con 30 g per decalitro di terra di fertilizzante ternario a cessione graduale. In seguito si trapiantano ancora in cassetta o in vasetto e poi si mettono a dimora, in autunno o nella primavera successiva.
Malattie e parassiti
La malattia più comune delle achillee è l'oidio (dovuto a Erysiphe cichoriacearum), che ricopre di muffa bianca fusti e foglie: si combatte con dinocap o fungicidi a base di zolfo.
E s’aprono i fiori notturni, nell’ora
che penso a’ miei cari. |