Piante e fiori con la lettera A: Acero, Acetosella, Achillea, Achimene, Acidanthera
Nome scientifico: Acer della Famiglia delle Aceraceae - Origine: emisfero boreale
Al genere Acer appartengono circa 200 specie di alberi e arbusti a foglie decidue, opposte, semplici o
composte
ma più spesso lobate o profondamente incise. Molte specie in autunno
assumono colorazioni vivaci. Molto caratteristici i frutti, le samare,
con due ali che ne favoriscono la disseminazione con il vento.
Tra i più coltivati è Acer campestre,
il comune acero campestre. Si tratta di un albero di piccole dimensioni
a crescita lenta dalla chioma tondeggiante, con piccole foglie
pendenti, a 5 lobi e margini
interi, verde scuro sulla pagina superiore, più chiare su quella inferiore; in autunno diventano gialle o rossicce.
Ricordiamo anche:
Acer platanoides (acero
riccio) ha foglie palmate con gli apici dei 5 lobi appuntiti e picciolo
rossastro. È una specie a crescita rapida, di buona longevità,
resistente anche all'inquinamento. Molte sono le varietà, spesso con
fogliame a colori vivaci in primavera e in autunno: Schwedleri in primavera ha foglie rosso scarlatto, in estate verde intenso, mentre in autunno assume tonalità bronzate; Krimson King ha foglie autunnali rosso vivo: Emerald Queen ha foglie gialle in autunno.
Acer pseudoplatanus (acero
di monte) ha foglie palmato-lobate (con 5 lobi), dentate; la corteccia,
liscia negli esemplari giovani, tende poi a sfaldarsi in grandi placche
spesso arricciate. Resiste molto bene al freddo e ai venti. Tra le
varietà: Atropurpureum, con foglie color porpora sulla pagina inferiore, ed Erectum (Fastigiatum), a portamento eretto.
Acer saccharinum
ha foglie con 5 lobi, profondamente incisi, doppiamente seghettati,
bianco argentate sulla pagina inferiore. A crescita rapida, è piuttosto
resistente all'inquinamento.
Molto simile è Acer saccharum, con foglie meno incise.
Coltivazione
Gli
aceri vengono coltivati in parchi e giardini, sia isolati sia in
gruppi; vengono utilizzati anche per alberature stradali. Si mettono a
dimora da ottobre a marzo. Preferiscono terreni freschi e ben drenati,
ma che mantengano sempre una certa umidità. La crescita iniziale è
migliore se il terreno è stato lavorato e concimato prima della messa a
dimora. La potatura non è generalmente necessaria, se non per asportare i
rami secchi, disordinati o in eccesso.
Esposizione
Gli
aceri possono essere piantati in pieno sole o in ombra parziale. Le
varietà a foglie colorate assumono colori più brillanti in pieno sole.
Temperatura
Si tratta di piante resistenti sia alle alte sia alle basse temperature.
Annaffiatura
È necessaria per le piante giovani, che possono soffrire nei periodi di siccità prolungata.
Moltiplicazione
Per le specie
viene utilizzata la semina, che si fa in ottobre in un normale
substrato per seme, in locali protetti ma non riscaldati oppure
direttamente all'aperto. Le varietà vanno invece moltiplicate innestandole su piante ottenute da seme. E' consigliata anche la moltiplicazione per margotta
Malattie e parassiti
Gli afidi
provocano sia danni diretti succhiando la linfa delle piante, sia
indiretti, poiché le foglie si coprono di melata su cui si insediano le
fumaggini. Si combattono con prodotti aficidi. Il ragnetto rosso è particolarmente pericoloso in ambienti caldi e asciutti. Altri acari, gli eriofidi, provocano la comparsa di malformazioni sulle foglie, da curare con acaricidi. Il comune chiodino (Armillaria melleo) provoca un marciume radicale che porta spesso alla morte delle piante. Avvizzimenti
(tracheomicosi) sono causati da funghi del genere Verticillium; le piante non possono essere curate e vanno eliminate. Meno pericolose le "croste nere" provocate da Rhytisma acerinum,
macchie simili a croste che compaiono sulle foglie. In questo caso è
sufficiente eliminare le foglie malate e trattare la pianta con prodotti
a base di rame, come la poltiglia bordolese.
Acetosella
Nome scientifico Oxalis, della famiglia delle Oxalidaceae,
originaria delle zone temperate dell'emisfero boreale, America e Africa
meridionale. Al genere Oxalis appartengono oltre 850 specie di
piante erbacee , annuali o perenni, di arbusti, non chè alcune specie
bulbose o tuberose. Quelle erbacee perenni sono le più coltivate. Sono
caratterizzate da foglie composte, formate da 3-12 foglioline. Il nome
della pianta deriva dal sapore asprigno delle foglie che si possono
mangiare mescolate all'insalata. I fiori sbocciano a partire da marzo.
La coltivazione
Le Oxalis, soprattutto le specie perenni, vengono coltivate in giardino roccioso, ma possono essere anche coltivate in vaso, in contenitori di grandi dimensioni. Si piantano
in marzo (nelle zone a clima mite) o in settembre (nelle altre zone) in
qualsiasi tipo di terreno, meglio se ben drenato e ricco di sostanza
organica.
Si adattano sia al sole sia alle posizioni parzialmente ombreggiate. Le
specie perenni sono per lo più resistenti, a eccezione di Oxalis chrysantha
che richiede una posizione riparata. Tra le specie bulbose ve ne sono
alcune (come Oxalis cernua) che possono essere coltivate all'aperto solo
nelle zone a clima mite.
L'annaffiatura deve essere regolare nel periodo vegetativo,
evitando gli eccessi. Nel periodo invernale limitarsi a mantenere appena
umido il terreno. Le specie coltivate in vaso si invasano in autunno ogni due anni circa, alcune specie come O. inops, tendono a essere infestanti e bisogna quindi contenerne lo sviluppo.
La moltiplicazione
Il metodo più utilizzato per la propagazione di questa pianta è la divisione dei cespi, che si effettua in primavera, mettendo direttamente a dimora le parti della pianta.
Malattie e parassiti.
In genere le malattie non assumono proporzioni tali da richiedere interventi di controllo. La maggior parte delle Oxalis sono però ospiti secondarie (uno stesso parassita svolge il suo ciclo vitale su due "ospiti" diversi, di cui le Oxalis sono quelle di secondaria importanza) della ruggine del mais e non andrebbero coltivate nelle vicinanze di questa coltura.
Come si usa
Dove si trova l'Acetosella: l'Acetosella si trova nelle zone boschive ombrose ed umide della zona montana e submontana di tutta Italia ma specialmente in quella settentrionale.
Quando si raccoglie: per la preparazione della droga si utilizzano le foglie che si raccolgono dalla primavera all'estate in aprile-luglio recidendole insieme al lungo peduncolo ed evitando di danneggiare il rizoma.
Come si conserva: le foglie si conservano essiccandole rapidamente all'ombra in luogo ben aerato poichè, essendo carnose, tendono a fermentare; si conservano in sacchi di carta.
Destinazione d'uso: La destinazione erboristica dell'Acetosella è abbastanza simile a quella dell'Acetosa. Oltre alle precipue proprietà diuretiche vengono attribuite all'Acetosella anche quelle depurative. E' abitudine aggiungerla alle insalate per esaltarne le generiche proprietà. L'Acetosella è utile anche per uso esterno per impacchi o bagni su pelli arrossate, infiammate, con abbondante secrezione sudorale.
Uso Interno: il succo delle foglie. Come diuretico e depurativo. Sciroppo- 10 g del succo bolliti con 15-20 g di zucchero. Uno o due cucchiai due volte al giorno
Attenzione: per l'elevato contenuto di ossalati, se ne consiglia un uso moderato alle persone sofferenti di fegato e di intestino, Sconsigliato alla persone affette da calcoli.
In ogni caso prima di assumere una droga chiedere il consiglio del medico. Evitare il fai da te.
Achillea moscata
Nome scientifico Achillea della famiglia delle Compositae, origine emisfero settentrionale. Le 200 specie del genere Achillea sono piante erbacee perenni, resistenti. Fanno spesso parte della flora dei prati montani e delle zone rocciose e ghiaiose. La fioritura è estiva.
La coltivazione
Si coltiva in esterno, aiuola, nelle bordure o per
giardino roccioso, a gruppi o insieme ad altre piante perenni. Le
varietà più alte possono essere coltivate per fiore reciso. Hanno
esigenze limitate nei riguardi del terreno che però deve essere ben drenato
ed esposto al sole. Se il terreno non è fertile, in primavera,
aggiungere all'acqua di irrigazione, ogni 30-40 giorni, un concime
complesso nella dose di 15 g per decalitro. La distanza d'impianto varia
da 25 cm per le specie basse a 50-60 cm per le più sviluppate.
Le achillee prediligono una esposizione in pieno sole e quasi tutte le specie sono resistenti sia alle alte sia alle basse temperature. Si annaffiano
al momento dell'impianto, poi è sufficiente qualche intervento nelle
giornate ventose e quando perdura la siccità. Quando sono presenti,
eliminare le infiorescenze sfiorite e le parti danneggiate.
La moltiplicazione.
Si effettua la divisione dei cespi in primavera, mettendo le piante direttamente a dimora. La semina
si effettua in primavera in contenitori coperti con vetro o plastica
ponendo le piantine, appena sono maneggiabili, in cassette con terriccio
sciolto, concimato con 30 g per decalitro di terra di fertilizzante
ternario a cessione graduale. In seguito si trapiantano ancora in
cassetta o in vasetto e poi si mettono a dimora, in autunno o nella
primavera successiva.
Malattie e parassiti
La malattia più comune delle achillee è l'oidio (dovuto a
Erysiphe cichoriacearum), che ricopre di muffa bianca fusti e foglie: si
combatte con dinocap o fungicidi a base di zolfo.
Come si usa
Achimenes (Achimènide)
Nome scientifico Achimenes, della famiglia delle Gesneriaceae, origine America centrale. Il genere Achimenes comprende una cinquantina di specie di piante cespugliose, perenni. Sono rizomatose, a foglie caduche, e sono utilizzate soprattutto come piante fiorite da appartamento. Hanno rizomi squamosi, bianchi o rosati, lunghi appena 2,5 cm, da ognuno dei quali si sviluppa di solito un germoglio. Si tratta in genere di piante piccole, a portamento cespuglioso, con foglioline pelose, lucide, ovate, lanceolate o dentate a seconda della specie.
I fiori,
da tubulosi a imbutiformi, si formano durante l'estate, solitari o
riuniti in piccoli gruppi; durano solo pochi giorni, ma sbocciano in
continuazione da fine giugno a settembre, talvolta anche a ottobre. Il
loro colore varia dal bianco al rosa, al rosso, all'azzurro, più
raramente al giallo.
Si piantano in primavera, ponendo diversi rizomi in ogni vaso e si moltiplicano per divisione
dei rizomi in primavera. Vanno annaffiate normalmente, dopo la
fioritura, per costringere i rizomi al riposo, si diminuiscono le dosi
di acqua per poi sospenderle del tutto sino a fine inverno.
Terreno:
deve essere costituito da due parti di terriccio di foglie vecchio, da
una parte di torba e da una parte di sabbia. Per ottenere una bella
pianta fiorita, si piantino 6-8 piccole squame di rizoma in un vaso di
12 cm di diametro.
Esposizione: luminosa ma non sole diretto. L'ideale è la mezz'ombra.
Temperatura: elevata al momento dell'inizio della vegetazione (18-20). Durante la fioritura può essere più bassa (14-18°C). Durante il riposo, il rizoma necessita di 10-12°C.
Quando gli steli raggiungono i 20 cm di altezza e sino alla caduta dei fiori, somministrare ogni 10 giorni concime minerale solubile. Attenzione alle malattie: marciume del rizoma, si cura con Polvere Caffaro.
Acidanthera
Nome scientifico: Acidanthera della Famiglia delle Iridaceae - Origine: Etiopia.
Il genere Acidanthera comprende 20 specie di piante bulbose perenni non molto resistenti di cui una sola è diffusa a scopo ornamentale:
Acidanthera bicolor. Più robusta della specie tipica e più coltivata è però una sua varietà.
Coltivazione
Le
Acidanthera si coltivano in piena terra in aiuole e per fiore reciso
oppure in vaso su balconi e terrazzi. All'inizio della primavera, quando
non c'è più rischio di gelate, si interrano i cormi a 10 cm di
profondità, in un terreno fresco, di medio impasto o sciolto, a 20 cm
tra loro; se il clima è mite vi possono rimanere più anni, coprendoli
d'inverno con una pacciamatura fatta con paglia, foglie secche o
altro
materiale organico; nelle regioni a inverno freddo i bulbo tuberi si
tolgono dal terreno quando le foglie sono appassite e si conservano in
luogo asciutto, arieggiato, ma non freddo (temperatura minima 8-10°C)
per riutilizzarli in primavera, dopo avere eliminato le radici morte e
tolto i nuovi bulbilli. Per la coltivazione in vaso utilizzare vasi di
12-15 cm sistemandovi uno o più cormi in un substrato composto da 2/3 di
torba e 1/3 di sabbia concimato con 20-30 g di fertilizzante complesso
con microelementi per
decalitro di terra.
Esposizione
Sebbene le piante preferiscano posizioni soleggiate, si adattano anche in condizioni di mezz'ombra
Temperatura
Le piante di Acidanthera sono resistenti alle alte temperature.
Annaffiatura
Si
interviene regolarmente quando il terreno o il substrato dei vasi è
asciutto, senza creare ristagni d'acqua. In autunno si diminuiscono le
annaffiature per sospenderle completamente in inverno.
Tolettatura
Eliminare i fiori appassiti.
Moltiplicazione
In
primavera si staccano i bulbilli che si formano accanto al bulbo
principale e si mettono direttamente a dimora: la fioritura. avviene
solo dopo 2-3 anni.
Malattie e parassiti
I bulbo-tuberi di Acidanthera possono essere colpiti sia dal marciume molle sia da quello secco, che si manifestano con grandi macchie bruno-nerastre spesso incavate; si possono evitare disinfettando i bulbi con fungicidi prima della messa a dimora. I germogli, le foglie e i fusti possono essere danneggiati dalle lumache, che lasciano strisce vischiose; le foglie e i fiori possono invece essere attaccati dai tripidi, che provocano il deperimento delle piante. Trattare con insetticidi specifici.
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